New Orleans: sex, art and vampires.

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  1. .I'm.in.love.with.her.
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      Kira Ivanovna Sokolova   |   Link  
    936full-ruslana-korshunova

    "19-01-2013 New Orleans
    Carissima Kira,
    ti scrivo nella speranza di ricevere una risposta affermativa a quanto sto per proporti.
    Da un anno e mezzo vivo a New Orleans, proseguire la mia carriera lo richiedeva e, anche se ci ho messo un po' di tempo, ormai sono riuscita ad ambientarmi quasi del tutto. Ricordo ancora il mio arrivo in questa città così strana, piena di gente strana, di usanze particolari ed insolite almeno quanto i luoghi che la rendono quel che è; ricordo anche il primo carnevale passato qui, nulla a che vedere con quello di Glasgow, proprio tutt'altra cosa.
    Ora, in nome della vecchia amicizia che ci lega, ti invito di cuore a passare il carnevale qui con me, quest'anno, ti assicuro che ne vale la pena ;) Ovviamente sarai mia ospite e provvederò personalmente ad ogni tuo bisogno. Porta con te anche la tua Arina, se vi fa piacere, anche lei sarà a benvenuta. Allora, affare fatto? Su, non potete perdervi il Mardi Gras per nessun motivo al mondo! Fammi sapere il prima possibile, non accetto "no" :)
    A presto

    Skarlett xxx"

    Kira aveva letto quella mail tante di quelle volte da averla imparata a memoria, eppure continuava a sembrarle un sogno. Skarlett, la sua Skarlett, l'unica ex collega in grado di comportarsi come una ragazza semplice, "normale", e non come una di quelle bambinette sempre pronte ad essere immortalate in pose per niente naturali. Quella Skarlett che stava per morire di overdose e che le aveva detto "vai via da questo posto, ti farai del male", e le aveva dato ascolto, perché lei sapeva, lei capiva.
    Aveva letto la mail anche ad Arina, tutta d'un fiato, e la risposta della sua ragazza aveva cancellato buona parte del suo entusiasmo.
    - Sai che il lavoro me lo impedisce, non posso più chiedere permessi, rischio il licenziamento -, la voce lievemente strozzata dall'ansia di lasciarla partire da sola.
    Kira aveva tentato di convincerla più volte, ma niente da fare, la decisione non sarebbe cambiata per nessun motivo. Nonostante ciò, la voglia di vedere una città mai visitata prima e di riabbracciare Skarlett era troppo forte, così aveva scritto un semplicissimo sms in risposta, un "sì" che diceva tutto e niente ma che le aveva permesso di ricevere, nel giro di un quarto d'ora, il codice dei biglietti per il volo. Quella tipa aveva proprio pensato a tutto!
    Nell'arco di due ore aveva preparato i bagagli, due valigie piene dei vestiti che avrebbe indossato nelle prossime due settimane.
    L'indomani mattina era già in aeroporto. Check-in, aereo, più di qualche oretta di viaggio ed una Skarlett raggiante ad aspettarla à la Nouvelle Orleans.
    I giorni passavano, Arina cercava di non far pesare su Kira la mancanza che sentiva di lei, ma a volte risultava inevitabile.
    Erano trascorsi solo cinque giorni, ma la città le parlava già, si piegava e si stendeva chiaramente davanti ai suoi occhi, l'affascinava. Tutta New Orleans era splendore e macabro mistero, ma nulla aveva stregato Kira come Rue Royale, con i piccoli negozi dalle vetrine luccicanti, i café raffinati, gli ampi marciapiedi che ospitavano la folla, quella miriade di persone alla quale amava mescolarsi per sorbirne emozioni ed espressioni: era come respirare la vita stessa.
    La mattina del sesto giorno, quella splendida strada l'aveva attirata ancora coi suoi profumi di colazione calda, gli odori della tipica casa accogliente. Si era vestita così di fretta che mentre camminava non riusciva a ricordare gli abiti che aveva indossato. Ma che importava, con quella splendida giornata gonfia di suoni e risate?
    New Orleans, dove tutti sembrano felici, aveva pensato sorridendo.
    Il primo bar sul suo cammino l'aveva catturata. "Les fleurs du mal", si chiamava, e quel nome faceva tanto café letterario da tipico scrittore dall'animo in tempesta. Devota a questo tipo di cose, spinse la porta ed un calore accogliente l'avvolse piacevolmente, spingendola fino al primo tavolino libero coperto da una fine tovaglia in seta color panna. Si sedette su una delle due sedie, ferro battuto, lavorato a regola d'arte, ed attese l'arrivo del cameriere, mentre con la mente correva già al profumino invitante di cornetti appena sfornati.
    Un ping... no. Un cameriere fu da lei in pochi minuti, giusto il tempo di sfoderare il dispositivo elettronico dalla tasca della divisa impeccabile. L'uomo, sicuramente sulla quarantina, alto e dai capelli brizzolati, volto dai lineamenti fini, non tardò ad esibire un accento fortemente americano che Kira non poté fare a meno di notare.
    - Cosa le porto, madame? -
    Dio solo sapeva quanto Kira adorasse quel modo di fare così educato e disponibile, seppure formale.
    - Gradirei un <i>croissant alla crema chantilly e del succo d'arancia -, la richiesta precisa esibita con un sorriso delicato.
    - Subito, madame - e si congedò.
    Nonostante Kira apprezzasse quel posto, la Scozia le mancava un po', sperava dannatamente in un incontro con qualcuno che parlasse quell'inglese così strano ed inusuale, benché fosse molto difficile trovare proprio uno scozzese a New Orleans, in un café dell Rue Royale... quel café della Rue Royale. Eppure non le sarebbe affatto dispiaciuto, ora che si sentiva un po' sola e si stava addirittura pentendo di essere uscita da sola, lasciando che Skarlett continuasse a dormire senza nemmeno provare a svegliarla, golosa di assaporare il gusto di quella nuova città.

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    «Solo lei mi ha, solo lei mi dà, è lei che mi scorre, solo lei lo fa.»
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  2. • July«
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      Johanna Davies   |   Dress  
    we0w

    Finalmente vacanze anche per me, se così si potevano definire. Avrei avuto tre settimane di ferie dal mio lavoro da barista, ma comunque Alexander mi avrebbe chiamata al night club per qualche serata di spogliarello extra, quindi lavoro notturno straordinario ancora per un po'. Quanto me la sarei concessa una bella vacanza, un viaggio all'estero, anche solo di una settimana, per staccare la spina, respirare aria nuova, incontrare persone nuove e non avere niente a che fare con la quotidianità della ormai abituale Glasgow.
    Ma sì, perché non provare? Decisi di punto in bianco, presa dall'ispirazione momentanea di libertà, di andare sul sito di voli last minute, e prenotarne per uno, completamente a caso. Non mi importava la destinazione in fondo, mi importava solo di andarmene per un paio di giorni da qui.
    New Orleans... Lessi mentalmente quella destinazione, qualcosa mi diceva che sarebbe stata la scelta giusta e così cliccai col tasto del mouse per prenotare un biglietto. Fatto. Una settimana a New Orleans mi aspettava. America. Non ero mai stata in America prima d'ora e sicuramente sarebbe stata un'esperienza entusiasmante, anche senza nessun compagno di viaggio. Me la ero meritata dopo un anno di fatiche tra il pub e il night club.
    ...
    Entusiasta per la splendida giornata che mi aspettava tirai le tende della mia stanza d'albergo nel quale avrei alloggiato per tutta la settimana successiva, un grazioso palazzo situato sulla Rue Royale.
    Mi vestii velocemente con abiti comodi e alla mano, come la classica turitsa in vacanza: una blusa bianca ad effetto vedo/non vedo, un paio di shorts in jeans decorati con motivi neri floreali e degli stivaletti neri borchiati, che donavano a tutto il look un tocco trendy e alla moda.
    Un lieve velo di trucco, un rossetto aranciato e mascara veloce; infilai i miei Ray Ban a specchio e prendendo al volo la borsa trascinai la porta della camera alle mie spalle.
    l'intenso profumo di mattina mi invase, il profumo di croassant appena sfornati, il caffè macinato pronto per essere servito ad ogni cliente che entrava in un bar.
    Uno in particolare quella mattina attirò la mia attenzione: Les fleurs du Mal, titolo della più drammatica raccolta di poesie di Charles Baudelaire, poeta francese angosciato dalla vita. Sicuramente un bel nome da attribuire ad un café. Ma poco importa, ormai ero rimasta affascinata dalla bellezza di quel piccolo locale che entrai sorridendo e mi accomodai ad un piccolo tavolo rotondo, studiando il menù per scegliere quale tra le delizie presenti avrei desiderato mangiare.
    Il cameriere giunse da me in pochi minuti, non appena posai il menù sul tavolino.
    Salve. Vorrei un croissant al cioccolato ed un tè verde al gelsomino. Dissi esibendo uno dei miei migliori sorrisi.
    Certo madame. Rispose per poi congedarsi ed andare a consegnare l'ordine a chi stava dietro al bancone.
    Nel frattempo cominciai a guardarmi in giro. C'era gente interessante: una coppia di ragazzi, probabilmente sulla ventina d'anni, che si scambiavano effusioni e sdolcinatezze; un'altra coppia di ragazze con dei libri che sembravano piuttosto grossi ed impegnativi, sicuramente avranno avuto qualche test a breve; un anziano signore baffuto con la sua tazzina di espresso italiano e il giornale davanti agli occhi; ed infine una ragazza, sola come me, che probabilmente aspettava pure lei la sua colazione, per iniziare la giornata nel migliore dei modi.



    «So do i remind you of someone you never met, a lonely silhouette»
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    Edited by • July« - 6/9/2013, 17:53
     
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1 replies since 5/3/2013, 01:25   49 views
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