Are you fucking kidding me?

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  1. † Lady • July«
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      Johanna Davies   |   Dress  
    joh2

    Oh mio Dio, ma che ore sono? Maledizione, ieri sera dovevo andarmene a letto, altro che a fare sesso con quell'idiota di Alexander e oltretutto lanciargli addosso il portacenere dopo la fantastica litigata. Beh se lo meritava, io non sono la sua puttana. Ed ecco il risultato, una bellissima sveglia alle 9 del mattino dopo essere andata a dormire alle 5. Ma chi me lo fa fare, potevo benissimo dare buca a quelle due disgraziate delle mie amiche che volevano fare colazione e poi shopping insieme. Esiste anche il pomeriggio, diavolo!
    Così fui costretta a spegnere la sveglia del cellulare che continuava incessantemente a suonare e ad alzarmi di controvoglia dal mio morbidissimo letto, scendere dal soppalco diretta in bagno per farmi una doccia fredda. Mi tolsi la camicia da notte, l'unico indumento che indossavo per dormire, e mi infilai nel box doccia, preparandomi psicologicamente al getto d'acqua gelida che tra qualche secondo mi avrebbe colpita. Mi lavai infondendo nell'ambiente un dolce profumo di frutti di bosco, la fragranza del mio bagnoschiuma.
    Bene, ora che ero tutta pulita, sveglia ed avvolta nell'accappatoio tornai in camera da letto aprendo il mio grande armadio per decidere l'outfit della giornata. Optai per una camicetta nera col collo bianco in pizzo e sopra un cardigan beige, un paio di jeans color denim e ai piedi delle bellissime Jeffrey Campbell nere con le borchie. Tornai ad asciugarmi i capelli, era un passaggio importantissimo questo, perché se non li tenevo come volevo io questi partivano per sistemarsi nelle acconciature naturali più disparate possibili. Li feci leggermente mossi e voluminosi, ed infine mi truccai in modo molto leggero, un velo di rossetto e del mascara nero ed ero pronta per uscire. Il tutto fatto a tempo record di quarantacinque minuti. Presi la borsa e mi infilai il cappotto marrone per poi varcare la soglia del mio appartamento e trascinarmi la porta chiudendola alle mie spalle con un rumore sordo.
    Decisi di andare a piedi al bar dove dovevo incontrarmi con Jocelyn e Kiara, e così feci, mi incamminai tra la gente che andava per le strade di Glasgow, gente tranquilla o frenetica, calma o agitata, gente diversa che andava in posti diversi. Senza accorgermene arrivai al bar dove avevo appuntamento con le ragazze, e notai che nel piccolo locale loro non c'erano ancora. Andai a sedermi in uno dei vari tavolini liberi e cominciai a sfogliare il menù della colazione, quando sentii un suono provenire dalla mia borsa. Frugai alla cieca ed afferrai l'iPhone per leggere l'sms.
    CITAZIONE
    From: Jocy
    To: Jo
    Kiara ci ha dato buca, ed io sono in un fottuto ritardo, non è suonata la sveglia e mi sono alzata adesso. Mi perdoni? ):
    Se sei già al bar aspettami lì, cerco di fare più in fretta possibile! <3

    Perfetto, quindi io avevo fatto tutto di fretta per niente. Risposi all'sms di Jocelyn particolarmente irritata, dicendole di rimandare l'appuntamento, ero arrabbiata e non avevo voglia di vederle adesso.
    Mi guardai un attimo intorno e notai che non c'era un gran viavai nel locale, c'era solo una donna seduta al tavolo di fianco al mio, ed un uomo seduto poco distante, entrambi arrivati dopo di me.
    Ordinai una cioccolata calda con panna - evviva le calorie! - e rimasi per una bella mezz'oretta in quel bar al calduccio con la mia cioccolata e guardando un po' i cazzi degli altri su facebook dal mio cellulare e decidendo poi di andare a fare shopping da sola. Ormai ero sveglia e di tornare a casa a dormire non ne avevo voglia.




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    CODICE
    <div style="border-bottom: #FFF0D9 10px solid; border-right: #FFF0D9 10px solid; border-left: #FFF0D9 10px solid; width: 450px;"><div style="width: 450px; background: #000;><p align="center"><div style="line-height: 35px; line-width: 450px; background-color: #FFF0D9; color: #E19395; text-align: center; font-family:georgia; font-size: 28px;"><i>&nbsp; Johanna Davies [URL=http://fuckyeahglasgowgdr.blogfree.net/?t=4328070]&#9829;[/URL] &nbsp; | &nbsp; Dress [URL=http://www.polyvore.com/senza_titolo_12/set?id=64234596#stream_box]&#9834;[/URL] </i> &nbsp;</div> [IMG]http://img826.imageshack.us/img826/4581/joh2.jpg[/IMG]<embed src="http://www.youtube.com/v/HWGRicE_Lxg?version=2&hl=it_IT" type="application/x-shockwave-flash" width="450" height="25" allowfullscreen="true">

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    </div>


    <div align="center" style="line-height: 10px; font-family: georgia;"><i><div style="font-size: 19px">«So do i remind you of someone you never met, a lonely silhouette»</div></i>[URL=?act=Profile&MID=789744]©[/URL]

    </div></div></div>


    Edited by † Lady • July« - 27/11/2012, 16:14
     
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      Daniel Alexander Pierce   |   Link  
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    Dormire? Era una cosa che avevo dimenticato, per il lavoro che facevo adesso era diventato a volte impossibile. Pensavo che a Glagow le cose sarebbero state tranquille ma invece anche lì se facevi il Detective dovevi stare attento alle moglie gelosi e ai mariti cretini. Sinceramente quasi mi mancava il vecchio lavoro e la mia vecchia vita, ma il cambio era stato voluto e necessario. Forse sarei dovuto scappare verso Berlino come mio cugino Sam e invece di fare seriamente l’investigatore mi sarei dovuto dare a quelle panzane dell’occulto facendo il finto cacciatore di miti e guadagnando sulle spalle di poveri fessi… Avevo passato la nottata nella mia macchina, la mia cena era stato il solito panino take away di un fast food con schifezze varie per avere sempre qualcosa da sgranocchiare. Per fortuna che tenevo sempre in auto maglie di ricambio e deodoranti altrimenti in appostamenti o cose simili sarei sembrato un barbone puzzolente. Quella volta mi toccava seguire una signora poiché il marito sospettava un tradimento, ma andiamo. Chi si sarebbe preso quella cicciona della moglie? Ma non potevo certo dirglielo cosi a viso aperto, avevo intascato già il suo primo assegno e quindi dovevo sistemare il caso, avevo seguito la donna che aveva dormito fuori e che dopo essere uscita da un appartamento aveva cominciato a girare per le strade della città, naturalmente lasciando la mia macchina parcheggiata altrove, avevo cominciato a seguirla con discrezione. Indossavo come mio solito una giacca di pelle scura e una maglietta a maniche corte sotto, jeans e stivali neri, comodi e non troppo pesanti. Seguirla era facile era la classica donna senza troppi pensieri, quindi non si sarebbe mai accorta della mia presenza era il mio lavoro essere invisibile e il fatto che una ragazza decisamente più avvenente era tra di noi, rese tutto più facile, si ci avrei fatto forse la parte di quello che insegue un bel culo, ma infondo era il mio lavoro far credere, spesso, cose che non erano vere. Entrai in un bar assieme alla rossa, avevo focalizzato la signora entrare nel negozio di fronte e quindi da lì l’avrei tenuta d’occhio. Ordinai un caffè e lo bevvi con calma, mi guardia intorno il bar era accogliente e non troppo affollato, avrei ordinato anche da mangiare ma ero certo che non mi sarebbe convenuto. Dopo cinque minuti che la mia tazza di caffè era vuota, ordinai cosi un altro caffè e dei waffle, sul menù era scritto che li facevano..adoravo i waffle. Il tempo di ritrovarli sul mio tavolo che osservai la signora concludere delle cose. M*erda….devo muovermi. dissi, mentre tentavo di non dare nell’occhio, cosi tranquillo bevvi il caffè e mangia i waffle, sorrisi ad una cameriera che gentile si premurò di portarmi dello sciroppo per le cialde e poi diedi un altro sguardo ai presenti nel locale, semplici clienti. Il cibo era buono ma non potei trattenermi, magari ci sarei tornato. Bevvi il caffè guardando fuori dalla finestra la signora era ancora nel negozio, riportando gli occhi sul mio tavolo incrociai lo sguardo con la rossa, era la tipa dal bel culetto.

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      Johanna Davies   |   Dress  
    joh2

    Continuavo a bere la mia cioccolata calda assorta nei miei pensieri senza accorgermi che con la panna mi si erano formati i classici baffetti sul contorno del labbro superiore. Mi guardai allo "specchio" usando il riflesso dello schermo del cellulare e sorrisi all'immagine che mi comparve davanti. Per fortuna che non se n'era accorto nessuno. Mi pulii delicatamente la bocca da quella schiumetta bianca e ricominciai a bere la mia cioccolata.
    Continuavo a pensare a cosa era successo stanotte, l'ennesima scopata con Alexander, e Dio solo sa quanto mi piaccia fare sesso con lui, e in seguito una di quelle litigate violente, dove si sentono urla a non finire e si vedono oggetti volare per tutta la casa. Ecco, stanotte era andata così con lui. Dopo le urla di piacere ci furono le urla di rabbia, quelle che ti partono dal profondo dello stomaco, e dici cose che non pensi nemmeno, ma le dici per rabbia, per nervosismo o per ferire le persone. Io non provo alcun sentimento per Alexander, ma ogni parola detta dalla sua bocca mi ha infastidita.
    "Tu ormai sei mia, sei una delle mie puttane". Che chiami così le ragazze del suo locale va bene, ma io no. Io non sono sua e sopratutto non sono la puttana di nessuno. Per chi mi aveva scambiata? Non sono un oggetto, una bambola creata solo per soddisfare i suoi bisogni sessuali.
    Gli lanciai contro un grosso portacenere in cristallo colpendolo su una spalla, e senza neanche controllare come stava uscii da casa sua ancora mezza nuda ma con tutte le mie cose in mano.
    Non mi sarei azzardata minimamente a chiamarlo, sono sicura che sarà lui a cercarmi entro fine giornata, perché lo so, sono troppo preziosa per lui, sono il suo gioiello, la ragazza che preferisce.
    Nel mentre del lungo monologo del mio cervello non mi accorsi neanche di aver finito la cioccolata calda.
    Alzai lo sguardo per controllare nuovamente il locale: la donna se n'era andata ed al suo posto si erano seduti due ragazzini che avranno avuto si e no sedici anni, sembravano due di quegli skater trasandati, tutti in jeans stracciati e con strane acconciature ed i classici zaini per portare lo skateboard.
    Il ragazzo di prima era ancora seduto al tavolo, e sembrava fissarmi. Appena me ne accorsi ed incrociai il suo sguardo lui cambiò direzione, cominciando a guardare fuori dalla vetrata della caffetteria, intento a guardare le persone passeggiare o probabilmente il nulla.
    Decisi di alzarmi, ormai era passata più di mezz'ora ed io mi ero stufata di rimanere lì seduta da sola a rigirarmi i pollici. Andai a pagare la mia consumazione ed uscii dal locale, lasciando che un brivido di freddo mi percorresse per tutto il corpo e poi mi incamminai verso una direzione qualsiasi, in questa zona c'è pieno di negozi, avrei iniziato a fare shopping da quello con la vetrina che mi attraeva di più.
    Rimasi ammaliata. dopo neanche cinque minuti di passeggio vidi in vetrina un paio di Jimmy Choo mozzafiato, e mi precipitai nel negozio. Era discretamente grande, e le tre commesse presenti al momento erano tutte impegnate con altri clienti, così mi dispersi e cominciai a girare nel negozio di scarpe. Ce n'erano di ogni tipo e modello, sia da donna che da uomo. Di certo non ne avrei preso un paio allo stronzo, dopo la nostra fantastica notte.



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    Presi il mio cellulare, controllando dei messaggi, era il marito che mi aggiornava su alcune cose.Mi stava scrivendo che la moglie gli aveva detto che avrebbe fatto tardi poiché desiderava fare dello shopping e che quindi sarebbe andata molto in giro per negozi, cosa di cui mi ero accorto da poco, era uscita infatti dal negozio dove era prima e adesso stava armeggiando col telefono, ciò mi dava parecchio tempo per riorganizzare il mio piano d’azione, sinceramente non potevo gettare una giornata appresso ad una cicciona che aveva solo una marito paranoico. Avevo finito il cibo e cosi dopo il gioco di sguardi con la rossa avevo deciso di pagare ed uscire, infondo non avevo altro da fare dentro avrei seguito la donna da fuori con calma. Notai però che la ragazza mi aveva preceduto ed era uscita, le tenni la porta mentre usciva e poi la seguii fuori, mentre squillava il cellulare. “Zach” scossi il capo e rifiutai la chiamata, non mi andava di riparlare con uno dei miei ex colleghi della CIA, sinceramente avevo chiuso quel capitolo della mia vita e non volevo riaprirlo non volevo ripensare a Joanne, bastavano gli incubi notturni a ricordarmi della sua morte e del fatto che avrei potuto fare di più, ma nulla dovevo sempre averla sulla mia coscienza. Perdere la donna che si ama è sempre un dramma specie quando è la tua partner nella vita cosi come nel lavoro. Tirai su il collo della giacca di pelle scura, mentre mi avviavo verso la direzione in cui si era mossa la mia “preda” la grossa signora si era decisa ad andare verso un negozio di scarpe e cosi mi appostai pcoo lontano, feci degli scatti di lei che acquistava e guardava, roba semplice per mostrare al marito che non vedesse nessuno, poi mi avvicinai, andando a comprare delle sigarette alla macchinetta proprio di fronte al negozio. Non fumavo avevo smesso. E da parecchio ormai. Sempre merito di Joanne, era legato al nostro secondo appuntamento. Mi disse che finchè sarei puzzato di fumo non mi avrebbe baciato e che per ogni sigaretta che non avrei fumato lei sarebbe stata incentivata a baciarmi… ogni sigaretta spezzata era un bacio ogni pacchetto buttato via invece mi faceva guadagnare del sesso fantastico, forse perché l’amavo ma anche perché tra le lenzuola ci sapevamo fare decisamente entrambi. Presi un attimo il telefono e guardai una vecchia foto, quelle non ero riuscite a cancellarle, c’era lei con una mia camicia addosso e con una sigaretta spezzata tra le labbra che accennava con l’altra mano un no, decisamente artistica per essere stata fatta alle sei del mattino dopo una nottata a darsi piacere l’uno con l’altro. Scossi il capo e tornai sul mio obiettivo, la donna non era più visibile eppure non era uscita. Entrai con discrezione e sorrisi alla commessa che mi guardò curiosa, con poche parole la dileguai. Sto cercando qualcosa per un regalo… valido e sempre utile come risposta. Intanto cominciai a camminare, passando tra i reparti. Per un attimo mi sembrò di rivedere la chioma rossa della tipa del bar, ma forse era solo un flash, adesso dovevo ritrovare la cicciona.

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    joh2

    Mi ero decisamente innamorata delle scarpe che avevo visto in vetrina. Si, era stato amore a prima vista. Ed il bello di voler intraprendere una relazione con le scarpe è che loro non ti faranno soffrire. Si beh eccezion fatta per il mal di piedi, quello si che è veramente fastidioso, ma ormai io sono una "heels shoes addicted", ovvero una "tacchi dipendente", quindi indossandoli sempre ci ho fatto l'abitudine. Aspettai che una delle commesse si liberasse da un cliente per farmi consigliare sulle scarpe. Finalmente dopo qualche minuto si libero una delle tre, lessi il suo cartellino appuntato alla camicetta: si chiamava Deena.
    Ciao, volevo vedere le Jimmy Choo che avete esposto in vetrina. Le dissi cordialmente sorridendo. Era una ragazza giovane, sulla trentina d'anni, non molto alta e un po' in carne.
    Mi sorrise a sua volta e mi fece cenno di seguirla, andammo in un'altra parte del negozio e davanti mi ritrovai il ragazzo di prima che era al bar. Lo guardai per qualche secondo, era in piedi davanti a me e adesso potevo vederlo bene, era alto circa sul metro e ottanta, con una giacca di pelle nera e dei jeans. C'era una delle ragazze di fianco a lui che gli stava consigliando modelli di scarpe da donna, probabilmente un regalo per la fidanzata o la moglie. Non stetti ad ascoltare la loro conversazione perché Deena trovò subito le scarpe che cercavo quindi presi tra le scatole il numero 38 e mi sedetti a provarle. Erano magnifiche, sembravano fatte su misura per me.
    Andai via prima del ragazzo, quindi purtroppo non vidi tra quali paia di scarpe doveva scegliere, anche se ero curiosa di vederle.
    Presi le mie scarpe - 320 sterline per un paio di scarpe non sono certo pochi, ma ne valeva davvero la pena! - ed uscii dal negozio, con l'intenzione di andare a comprare un bel cardigan da abbinarci sopra magari.
    Mentre passeggiavo cominciò a squillare il cellulare: Alexander.
    Decisi di rispondergli, ero curiosa di sentire cosa aveva da dirmi.
    Hem... Ciao Jo. Volevo scusarmi per quello che è successo stanotte. Sai che ci tengo a te. Ecco, tipica frase dell'uomo quando vuole che la sua donna torni solo per i propri interessi. Ma in fondo quello era anche un interesse mio.
    Risposi velocemente, non avevo voglia di stare al telefono in questo momento, dovevo comprare tanti bei vestiti.
    Si, anche io. Ci vediamo stasera, vengo da te.
    Finito di pronunciare queste parole chiusi la chiamate tornando a mettere il telefono dentro alla borsetta, e via in un altro negozio. Questo era decisamente più vuoto rispetto a quello di prima, ma era uno dei miei preferiti e quindi ci entrai giusto per dare un'occhiata. C'erano solo altre due donne, una cicciona ed una vestita come se ci fosse la parata del carnevale in città.



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      Daniel Alexander Pierce   |   Link  
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    Ero un mago del fingere, si anche perchè ricordavo benissimo quando da adolescente frequentavo più di una ragazza e spesso rimorchiavo nei negozi femminili mentre compravo qualche regalo, la scusa di una sorella, una madre giovane o altro ed era tutto apposto. Il mio colpo migliore fu naturalmnte in un negozio di biancheria femminile, andaimo rimorchiare una ragazza mentre compri un perizoma per un altra è arte. Risi al ricordo e lasciai poi parlare la commessa cosi da sfruttare il tempo dentro il negozio per studiare la cicciona che intanto stava facendo acquisti mentre faceva la cretina, e aggiungerei ridicola, verso lo store manager che non apprezzava poi tanto le sue avnces.
    Sicuramente le piace fare la cretina am che riscuota successo la vedo dura...
    Dopo un pò vidi la cicciona lasciar eil negozio e dopo che finsi poco interesse per la merce uscii, mi guardai intorno e beccai la cicciona mentre entrava in un altro negozio, stavolta c'era un reparto maschile, quindi fu più facile poter gestire l'interesse per me. Notai che la donnona stava fissando dgli abiti e cosi mi avvicinai camminadno con disinvoltura di lato. Urtai cosi contro qualcuno, mi voltai e sorrisi. Mi scusi... dissi con voce calda e dispiaciuta. Ero urtato contro la ragazza dai capelli rossi...ma che dimine era ovunque! La fissia e le porsi una mano dato che era finita al suolo. Spero tu non ti sia fatta nulla. Sono Daniel.. disis cosi da sembrare una cosa casuale mentre fissavo la cicciona, ma lo sguardo della rossa era decisamente strano e inquietante

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    È del tutto comprensibile che una ragazza bella e viziata come me si dedichi allo shopping ed a se stessa con così tanto interesse e passando la maggior parte del suo tempo libero per negozi. Poi siamo anche nel periodo giusto, manca poco meno di un mese a Natale, e quindi dovrò farmi più regali di quanti non me ne faccia già durante tutto il resto dell'anno. Sì, sì, poi ci saranno anche i regali per le mie amiche, questo è certo, ma oggi non avrei speso un pence per nessuno, ero ancora irritata per la litigata e per Kiara e Jocelyn che mi avevano smollata entrambe all'ultimo secondo. Bene, oggi ci sono solo per me stessa.
    Stavo guardando delle magliette in pizzo, una nera e l''altra bordeaux, quando qualcuno da dietro mi urtò violentemente, facendomi perdere l'equilibrio, già precario data la misura vertiginosa dei tacchi a spillo delle mie scarpe, e così caddi a terra con ancora in mano le due magliette, graffiandomi la mano con la gruccia di una di esse.
    Sentii la voce del colpevole, una voce maschile. Di certo non penso che una donna - la cicciona che era entrata nel negozio a parte- sarebbe riuscita a sbattermi per terra così.
    Mi voltai e vidi ancora il ragazzo del bar e del negozio di scarpe. Eccoci, perfetto. Oltre che essere nervosa per i motivi detti prima ora se ne aggiungeva un altro. Lo fissai con uno sguardo truce e indispettito. Non era che forse mi stava seguendo?
    Mi porse una mano per aiutare a rialzarmi, così la presi, di certo avrei fatto meno fatica dopo la botta che avevo preso cadendo sulla gamba destra. Non mi ero fatta niente in fondo, solo la botta momentanea mi dava fastidio, ma nel giro di poco tempo sarebbe passata.
    Dopo essere tornata in piedi lo fissai alzando un sopracciglio e cominciai a rispondergli con un tono non dei più dolci, insomma.
    Allora, mi fissavi nel bar, ti ritrovo a fissarmi nel negozio di scarpe, ed ora qui mi sbatti per terra. Non è che per caso mi stai seguendo?
    Gli dissi notando che mentre parlavo lui si stava guardando intorno in cerca di non so cosa, e mi fece innervosire ancora di più.
    Guardami, sto parlando con te! Gli dissi alzando leggermente il tono. Ormai la mia pazienza aveva raggiunto il limite.



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      Daniel Alexander Pierce   |   Link  
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    Il mio lavoro mi faceva finire spesso in situazioni scomode. Certro quando ero una gente era tutto più facile se si lavorava tra i civili, appena le cose si mettevano male, bastava tirar fuori il distintivo e subito la cosa si risolveva. Adesso che ero un privato le cose non andavano cosi, ci voleva un po’ per far capire la cosa e dovevo sempre sperare che non mi andasse male e che quindi dovessi fare due chiacchiere con i colleghi dle luogo. Il mio lavoro sotto questo punto di vista era davvero scomodo. Aiutai la ragazza, che sembrava decisamente ricordarsi di me, ma non in positivo aveva fatto le stese tape della cicciona ora che ci pensavo e quindi poteva sembrare ed era decisamente più plausibile che seguissi lei, come uno stalker alluppato che la cicciona come un serio detective.
    Era partita decisa, dicendo che la fissavo, la fissavo ovunque, avrei detto “Tesoro, sei figa per questo ti guardavo” o qualcosa che dava quel senso, ma non era il momento. La fissai e mi morsi il labbro, notando che la gente comincia a guardarci, anche la cicciona. Non potevo rischiare. Mi avvicinai diretto verso la rossa e con decisione la baciai, facendole fare anche un piccolo caschè.
    Devo dire che un po’ ci presi gusto un po’ mi ci misi, ma la baciai con passione, per poi tirarla su, sentendo il suo sguardo shockato e quello dei presenti, prendendole la mano corsi con lei verso un camerino e chiusici dentro la fissai facendole segno di stare zitta e tirando fuori il mio bigliettino.
    Sono un investigatore privato, sto seguendo la donna in carne che è entrata prima di te, mi spiace se ti sei spaventata o altro…

    Dissi d’un fiato fissandola negli occhi, per poi sorriderle con dolcezza e aggiungere, mentre allungavo la mia mano con cortesia.
    Sono Daniel, e tu hai delle belle labbra…
    Risi e sperai che almeno le cose non andassero male.

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      Johanna Davies   |   Dress  
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    Le persone presenti nel negozio si erano girate a guardarci, forse avevo alzato un po' troppo il tono di voce senza rendermene conto, ed essendo un negozio abbastanza piccolo probabilmente avevano visto e sentito quello che era appena successo. Onestamente non mi fregava poi così tanto che la gente mi guardasse, ora volevo chiarire bene la cosa con questo stalker.
    So di essere una bella ragazza, insomma ho gli occhi per giudicare una bellezza, e molti uomini per strada fischiavano quando mi vedevano, addirittura qualcuno suonava pure il clacson della macchina. Gente squallida insomma. Adesso se sei bella non puoi più uscire di casa, è come se fosse una colpa, una condizione che mi è stata inflitta. Non l'ho scelto io di nascere così.
    Continuavo a lamentarmi con il ragazzo dell'accaduto, quando lui mi prese e cominciò a baciarmi. Ok, in 23 anni me ne erano capitate di ogni, ma di sicuro mai e poi mai mi sarei immaginata una cosa del genere. Dio, ero così allibita che non riuscivo neanche a reagire e a staccarmi dal suo bacio, non avevo ancora realizzato cosa stesse succedendo realmente. Non appena staccò le sue labbra dalle mie mi prese per il polso tirandomi dentro ad un camerino decisamente stretto per due persone e chiuse la porta.
    Io ero ancora incredula e shockata da quello che era appena successo, lo guardavo stralunata senza riuscire a dire ancora nulla. Lui mi fece segno di stare zitta, poi tirò fuori un piccolo bigliettino con su scritti dei dati.
    Un investigatore privato. Ed io dovrei crederci? Disse che seguiva la cicciona, ma quella donna non era presente nel bar, e non l'avevo incontrata nemmeno dentro al negozio di scarpe, era la prima volta che la vedevo qui.
    Scossi la testa, ormai ero riuscita a realizzare cosa aveva appena fatto.
    Alzai un braccio e gli tirai uno schiaffo deciso e forte in piena guancia, tanto da lasciargli il segno rosso della mia mano.
    Porco. Sibilai guardandolo con uno sguardo omicida. Nessuno mi aveva mai fatto una cosa del genere. E adesso mi trovo chiusa a chiave in un camerino con uno stalker.
    E io dovrei crederti? Gli chiesi ironica. Quel bigliettino potrebbe essere benissimo falso, e tu potresti essere uno di quegli stalker che prendono le ragazze, le violentano e poi chissà dove le buttano. Gli dissi innervosita. In realtà non avevo paura di lui. potevo benissimo chiedere aiuto a chiunque, visto che il negozio era in una delle strade più frequentate di tutta la città.
    Ma se fosse stato veramente un maniaco non si sarebbe fatto vedere così davanti a tutti e non mi avrebbe baciata così in pubblico. Mi calmai un attimo.
    Va bene, facciamo finta che io ti creda, Daniel. Dissi marcando il tono sul suo nome.
    Perché staresti seguendo la cicciona? In ogni caso lei non era presente al bar ed al negozio di scarpe. Puntualizzai. Se era la verità non avrebbe di certo fatto fatica a rispondere alla mia domanda cercando di inventare mille scuse plausibili.
    Comunque io sono Johanna Dissi infine presentandomi, per poi sistemarmi una ciocca di capelli che mi era finita davanti agli occhi prima quando ero caduta per terra.



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    Edited by • July« - 8/12/2012, 21:32
     
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      Daniel Alexander Pierce   |   Link  
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    La ragazza sembrava ed era un tipetto sveglio. Al bacio si era stata perchè troppo sorpresa dalal cosa, ma appena aveva capito che cosa avevo fatto mi aveva tirato una bella cinquina dandomi del porco. Era un termine poco cortese, am gliel'avrei perdonato infondo era un pò turbata dalla cosa. Respirai e scossi il capo, mentre lei invece decisa ineiva contro di me.
    Non era proprio giornata. Ascoltai la sua storia e dovevo amemttere che aveva senso, ma uno stalker che preparava anche i bigliettini e tutto doveva essere proprio uno intrippato e decisamente esperto. Annuii, piano stando in silenzio, non dvoevo parlare. Avrebbe realizzato lei con calma e da sola il tutto.
    Dopo poco infatti mi chiamò per nome, sottolineandolo come per capire se fosse mio. Sorrisi e fdissi:
    Deve essere stato il complimento su come baci a farti cambiare idea... sorrisi e poi mi accomodai sul picoclo puffo nel camerino. Alle sue domande sapevo rispondere e appena smise di parlare dissi: Era una mossa avanti a te diciamo. Era nel neogzio di fronte al bar quando ero nel bar ed era appena uscita da quello di scarpe quando noi vi eravamo dentro. Dovevo mantenere delle distanze per non farmi scoprire. disis rilassato per poi aggiungere. Bhè se ti dico il perchè non mi credi di sicuro. Il marito pensa che la moglie lo tradisca...ma andiamo. Dovresti vederli. Sembrano Stanlio ed Olio. risi per poi sorridere al suo nome. Joanna. Carino.

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  11. † Lady • July«
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      Johanna Davies   |   Dress  
    joh2

    Da certe frasi che diceva sembrava che ci stesse veramente provando con me, altro che seguire la cicciona. Lo so che bacio bene, molti uomini hanno provato le mie labbra, e credo che nessuno ne sia rimasto deluso. Anche lui effettivamente devo dire che bacia bene, ma non glielo avrei detto, non volevo fare la figura di quella che si complimenta per un bacio, così passerei anche io per quella che ci prova.
    Si sedette sul pouf dentro al camerino sorridendomi, ma forse non aveva capito che non c'era molto da sorridere in quel momento. Io rimasi in piedi davanti a lui e impuntai decisa le braccia ai fianchi.
    Si, ma allora se dovevi mantenere le distanze perché sei entrato in questo negozio? Adesso sei fregato, la cicciona ti ha sicuramente visto dopo quello che hai fatto. Dissi. Quella dell'investigatore sembrava la verità, ma c'era qualcosa che traballava nella sua spiegazione.
    Comunque se te ne stai chiuso con me in questo camerino di certo non la ritrovi tanto facilmente la cicciona, anche se è ben vistosa. Gli feci notare che effettivamente stava perdendo tempo, e se non ero io il suo vero interesse sarebbe dovuto uscire per continuare a lavorare.
    Volevo vedere se sarebbe rimasto con me lì dentro ancora per molto o no. In fondo io avevo ancora tra le mani la maglietta in pizzo bordeaux che stavo guardando prima che lui mi facesse cadere, e ormai che ero lì volevo almeno provarmela tanto che c'ero, tanto mi faccio vedere nuda dagli sconosciuti abbastanza tempo a lavorare, che mi veda lui con il reggiseno in fondo non mi sarebbe cambiato molto, sono abbastanza disinibita. Cominciai a spogliarmi tranquillamente davanti a lui girandomi però di spalle per essere più comoda. Tolsi cardigan e camicetta rimanendo in reggiseno, oggi ne indossavo proprio uno bordeaux, quindi non si sarebbe vista molto la sagoma da sotto la maglietta. Mi voltai verso di lui guardandomi allo specchio, non mi stava male, ma non mi convinceva molto.
    Come sto? Gli chiesi il suo parere girando su me stessa perché mi vedesse per bene, di certo un consiglio mi avrebbe aiutato a prendere una scelta.
    Presi il cartellino che era attaccato alla spalla della maglia e lessi il prezzo.
    65 sterline. Ecco, questa me la paghi tu per risarcirmi i danni morali e fisici. Gli dissi seria. In fondo era il minimo che poteva fare dopo il casino che aveva combinato.



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    Edited by • July« - 8/12/2012, 23:21
     
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  12. ¢østantine†
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      Daniel Alexander Pierce   |   Link  
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    Almeno adesso sembrava più tranquilla e forse avrebeb contenuto le parole e gli schiaffi. Di certo sentivo che avevo fatto bene a mandare il messaggio di SOS a Kit. Kit era il mio assistente aveva contatti con tanti ragazzi in città e avevo un mesaggio di SOS fissò per lui in questi casi, il messaggio partiva e gli dava la mia posizione e info sul caso. Passavo a lui o ad uno dei suoi il testimone. Quindi adesso ero libero, dovevo solo risolvere la cosa con Joanna e uscire. Alle sue parole sorrisi e aggiunsi: Dato il tipo di negozio potevo anche essere più vicino non si sarebeb notato, infondo vendono anche articoli da uomo... dissi semplice, mentre la fissavo dal basso della mia seduta, per poi aggiungere tranquillo. Appena hai comicniato a parlare ho mandato un messgagio al mi patner per pasargli il caso, adesso la segue lui... risi però per la battuta sulal cicciona e restai fermo. Dovevo uscire con lei dal camerino, per dare l'impresisone di due che stavano assieme in molti sensi e la scena di prima era stata un battibecco o altro. Si tolse la maglia e la fissai. Aveva una bella schiena era tranquilla. Che schiena... dissi pr poi osservarla con la maglia, le stava bene. Annuii e la fissai sorridendole. Ti sta bene, si proprio bene. disis per poi sentire che dovevo pagarla io, risi e alzandomi la fissai negli occhi.
    Tesoro, per me puoi prendere anche biancheria e pantalone o gonna abbinati, con lo spettacolo che mi regaleresti in camerino credo ne valda la pena... risi scherzoso.

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  13. † Lady • July«
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      Johanna Davies   |   Dress  
    joh2

    Concordò sul fatto che mi stesse davvero bene quella maglietta, così decisi di comprarla a sue spese ovviamente. Me la tolsi, stavolta senza voltarmi di spalle mettendo in bella mostra il mio davanzale. Tornai a rivestirmi e appena finii di sistemarmi aprii la porta del camerino uscendo con la mia maglietta in mano. Commentai sarcastica la sua frase.
    Pff, se ti è piaciuto lo spettacolino solo per un reggiseno allora vieni al night club Golden, di sicuro lì ne vedi di ragazze spettacolari oltre a me. E feci un piccolo risolino. Se però ci tieni così tanto a rifarmi il guardaroba per me non ci sono problemi.
    Mi incamminai verso la cassa seguita dal mio momentaneo finto fidanzato aspettando che mi pagasse la bella maglietta che mi ero provata.
    Dopo aver pagato uscimmo dal negozio, ed il solito brivido scese lungo tutta la schiena. Ormai mi ero abituata a stare al calduccio del negozio.
    Guardai il mio accompagnatore pensando a cosa poter fare adesso.
    Beh, quindi adesso che hai lasciato il lavoro al tuo collega sei libero. Dissi sorridendo.
    Dove mi porti? Gli domandai allegramente, quasi sembrando una bambina a cui sta per essere fatta una sorpresa. Eravamo insieme, e di continuare a girare da sola non ne avevo voglia, almeno anche se era un perfetto sconosciuto ero in compagnia.
    Erano solo le 11:45 e di tornare a casa non ne avevo voglia, anche se faceva freddo almeno c'era il sole.



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  14. ¢østantine†
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      Daniel Alexander Pierce   |   Link  
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    Quindi avrei pagato io, infondo non era poi tanto, diciamo che quela maglia la offriva la cicciona. Sfilando la maglia stavolta, mi regalò una isione del suo seno, ben coperto eprò per poi riproverarmi con sacasmo. Sorrisi alle sue parole, allora facea la stripper. Però. Il corpo non le mancava di sicuro, ed ecco spiegata la paura per gli stalker molesti, col suo lavoro era comprensibile. Avrei occhi solo per te forse... sorrisi e mentre uscivamo ridacchiai per la questione spesa. Le psoai una mano sul ventre facendomi vicino e sussurandole: Bhè perchè no..se ne vale la pena regalarti qualcosa... scossi il capo e la seguii sino alla cassa, dove tranquillamente sorridendo alla cassiera e cingendo la vita di Joanen pagai la maglia, proprio come se fossimo un allegra coppietta.
    Stranito la fissai alla sua frase, stavo pensando dove sarebeb andat aaparare la cosa; scossi il capo e l'osservai mentre come una bimba mi sorrideva.
    Vediamo...andiamoci a prendere un aperitivo, qui vicino c'è un bar molto bello...
    dissi per poi prendere la busta con la maglia e porgendole il braccio camminare, era a pochi isolati e non sarebeb stata una passeggiata spiacevole.
    Quindi sei una spoglirellista...
    disis tranquillo, per poi attraversare la strada. Il bar si notava, alal moda e pieno di gente, doveva essere l'ora dell'happy hour. Fissai uno di quelli che gestivano gli ingresis e sorrisi. Pierce.
    lui sorrise emi fece entrare, il mio lavoro mi aiutava con queste cose, avevo fatto e avevo ricevuto favori da tutti, anche dal tipo del locale di Joanna. Mi accomodai con lei ad un tavolino. Cosa prendi? chiesi, mentre il cameriere si avvicinava. Me ne stavo cosi a prendere un drink con una sconosciuta, che faceva la spogliarellista...decisamente una vita diversa rispetto a quella di prima.

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      Johanna Davies   |   Dress  
    joh2

    C'era un gelo che sembrava di stare in Siberia quel giorno, anche se il sole illuminava tutta la città ed il cielo era azzurro intenso, senza neanche l'ombra di una nuvola.
    Bene, poca spesa, ma fine dello shopping. Peccato che se fosse successo nel negozio di scarpe mi sarei risparmiata 320 sterline facendomi pagare da lui le Jimmy Choo.
    Propose un aperitivo tranquillo in un bar vicino. Tanto non avevo niente da fare, ed onestamente non avevo neanche fame, per l'ora di pranzo era troppo presto, e la super cioccolata con panna di prima mi aveva ben riempito lo stomaco.
    Va bene, aperitivo sia. Però offri tu anche quello eh. Oggi sarei andata a scrocco. Quale gentiluomo che esce con una bella ragazza non paga anche per lei?
    Ci incamminammo verso il locale, non avevo idea di dove fosse, ma probabilmente saremmo andati a piedi visto che Daniel aveva detto che era qui vicino.
    Si, sono una spogliarellista, ma in realtà non è il mio lavoro vero e proprio. Mi esibisco ogni tanto quando voglio io e prendo solo il mio incasso per quella serata, ed in cambio di questo vado a letto con il proprietario. È un accordo che ho con lui, diciamo. Gli spiegai tranquillamente, alla fine il mio non si poteva neanche definire lavoro, lo facevo solo per divertimento.
    Il mio vero lavoro è un altro, faccio la barista in un pub, l'Underground.
    Stavamo camminando ormai da circa cinque minuti quando arrivammo al bar, che in effetti era decisamente più vicino di quanto pensassi. Era bello, alla moda, tutto decorato con arredamenti in stile moderno. Era pieno di gente, ma a lui bastò avvicinarsi ad un ragazzo dello staff e in un secondo avevamo già il nostro posto pronto.
    Dimmi la verità, come hai fatto ad avere il posto così? Non sarai mica un mafioso. Chiedi ridendo. Non mi era mai capitato di essere privilegiata ed avere tutto e subito non appena mettevo piede in un locale, anzi, forse solo lì al Golden, ma solo perché sono la preferita di Alexander.
    Io prenderò un Martini Rosè, qualcosa di leggero.
    Dissi al cameriere quando ci fu di fianco per prendere le ordinazioni.
    Resoconto della mattinata? Una maglietta gratis, un bacio da uno sconosciuto in mezzo ad un negozio ed un aperitivo da nobile privilegiata. Direi che questa è la mia giornata fortunata! Meglio farselo amico uno come lui.



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